Prendendo la strada provinciale n.4 che da Piazza Armerina porta a Valguarnera, si imbocca, al km.5,321, la provinciale per Enna attraversando la zona del borgo di Grottacalda.
Sotto l’ultimo viadotto che supera la vallata tra il massiccio collinare di Grottacalda e quello di Ramata, sono dei grandi campi declivi, in parte coltivati a cereali e in parte lasciati a pascolo, attraversati da un gradino morfologico di arenaria che prosegue a nord verso il tratto collinare del lago di Pergusa. Questo insieme roccioso è disseminato di grotte, anfratti e ripari che hanno potuto costituire l’habitat naturale di uomini preistorici a ridosso dell’altra grande comunità vissuta nelle immediate adiacenze del lago di Pergusa.
Nella zona di Ramata non è presente ceramica di alcun tipo (se si eccettua una piccola zona di circa 10 m. di diametro a ridosso della cosiddetta Grotta 3 dove, probabilmente per la presenza di una abitazione, si è osservata ceramica basso-medievale fino al XIX sec.).
I frammenti osservati in superficie e in prossimità di alcune grotte (la n.1 e 2 e poi della n.3) sono di tipo litico: strumenti su scheggia di selce e quarzite oltre a svariati frammenti residui di lavorazione dei ciottoli. è stata rinvenuta una notevole quantità di raschiatoi, punte e lame a dorso, grattatoi lunghi, un grosso ciottolo di quarzite con segni di percussione e una pietra da macina. Varia è la tipologia dei frammenti a cominciare dalla loro grandezza. Ad un primo esame l’industria litica di Ramata, sembra del tipo epigravettiano finale, deponendo dunque per l’attribuzione al Mesolitico.