Il Castello Barresi di Pietraperzia fu costruito dai Normanni, tra il 1072 ed il 1088, su di una preesistente fortezza saracena. Il castello fu assegnato al francese Abbon de Barres. Edrisi, noto geografo arabo al servizio di Ruggero II Re di Sicilia, descrisse l’edificio nel 1143 come “...forte castello e valido fortilizio, ha confini estesi, contrade prospere ed acque abbondanti”. Il castello fu largamente usato per scopi bellici, soprattutto nelle lunghe e sanguinose lotte tra Angioini ed Aragonesi. La famiglia Barresi si schierò prevalentemente da parte angioina e fu quartier generale dell’esercito francese per la conquista di Aidone, Naro e Caltanissetta. Il castello fu assediato e distrutto nel 1298 da Manfredi Chiaramonte; la famiglia Barresi fu costretta a fuggire a Napoli. I Barresi riacquisirono il castello nel 1320 quando la Regina Eleonora d’Angio (promessa sposa di Federico, padrone del castello) lo donò alla sua damigella Ricca La Matina in occasione del suo matrimonio con Abbo IV Barresi.
Il castello fu così ricostruito con il nuovo stile gotico-catalano che ancora oggi vediamo. Successivamente la costruzione si arricchì di fastosi caratteri residenziali, perdendo progressivamente l’aspetto militare; il risultato finale fu talmente pregevole da essere considerato come uno dei più significativi esempi del rinascimento italiano. Il castello divenne un importante centro di cultura e di conoscenza: vi lavorarono i Gagini, vi insegnarono umanisti come Lorenzo Valla e Matteo Scobar, si componeva a corte musica madrigalistica, vi viene installato un osservatorio astronomico, si stampano rudimentali libri.
Nel 1480 circa il castello viene adibito a carcere. La famiglia Barresi si estinse nel XVI secolo segnando l’iniziò del graduale declino del Castello.
Il vero degrado dell’edificio ebbe inizio nel 1812 quando venne abolita la feudalità. Il castello non ricevette più la manutenzione necessaria e agli inizi del novecento, non più custodito, venne letteralmente saccheggiato dei materiali di costruzione.
Il castello fu così ricostruito con il nuovo stile gotico-catalano che ancora oggi vediamo. Successivamente la costruzione si arricchì di fastosi caratteri residenziali, perdendo progressivamente l’aspetto militare; il risultato finale fu talmente pregevole da essere considerato come uno dei più significativi esempi del rinascimento italiano. Il castello divenne un importante centro di cultura e di conoscenza: vi lavorarono i Gagini, vi insegnarono umanisti come Lorenzo Valla e Matteo Scobar, si componeva a corte musica madrigalistica, vi viene installato un osservatorio astronomico, si stampano rudimentali libri.
Nel 1480 circa il castello viene adibito a carcere. La famiglia Barresi si estinse nel XVI secolo segnando l’iniziò del graduale declino del Castello.
Il vero degrado dell’edificio ebbe inizio nel 1812 quando venne abolita la feudalità. Il castello non ricevette più la manutenzione necessaria e agli inizi del novecento, non più custodito, venne letteralmente saccheggiato dei materiali di costruzione.