La Chiesa Madre, intitolata a S. Giovanni Battista, fu edificata con grandi ritardi, e alla morte del principe (1661) risultava ancora incompleta. I lavori furono ripresi nel 1728; nel 1740 Ercole Branciforti, commissionò ai fratelli Pietro e Paolo D’Urso di Acicatena il completamento dell’edificio. Furono innalzati il coro, il transetto, la navata maggiore e l’interno fu rifinito in stucco secondo l’ordine composito, comprese le due cappelle del SS. Crocifisso e di S. Giovanni nelle testate del transetto. All’interno sono custoditi dipinti e sculture del XVII e XVIII secolo, un organo di Donato Del Piano, il fercolo della patrona e paramenti sacri in seta e oro.