Edificata nella seconda metà dell’Ottocento dai Conti Li Destri, costituiva la residenza estiva della nobile famiglia.
con la Provincia di Enna e presentato
alla BIT di Milano 2009.
Edificata nella seconda metà dell’Ottocento dai Conti Li Destri, costituiva la residenza estiva della nobile famiglia.
L'edificio sorse come Palazzo Municipale. Non si hanno notizie certe sulla data della sua costruzione, è tuttavia certo che il palazzo esisteva già nel 1697, data in cui fu incendiato l'archivio comunale ad opera dei Centuripini.
E' probabile che esso sia stato ricostruito dopo il periodo delle grandi epidemie "peste", verificatesi nei primi del 1600, dopo il passaggio dell'orda barbarica distruttrice dei Lanzichenecchi. Dalla tipologia strutturale si può affermare che il palazzo avesse, fino alla fine del 1700, una forma diversa da quella attuale ed esattamente di una elle al contrario.
I rivestimenti del prospetto sono della stessa epoca dei principali monumenti regalbutesi databili al 1700 e ai primi del 1800. Il prospetto originario era in intonaco di malta in calce con sabbia locale senza coloritura. Dopo gli eventi bellici ed esattamente negli anni '50 fu rifatto con coloritura di tonalità ocra e a quell'epoca fu collocata la lapide bronzea, dono dei regalbutesi di America, che simboleggiava, erogazione dell'acqua potabile in paese.
L'interno dello stabile è stato rimodernato intorno al 1930 per volere di un Commissario Prefettizio, il Commendatore Ranalli; infine è stato restaurato alcuni anni fa. Nell'ingresso del palazzo sono state restaurate le pitture del soffitto e realizzate due nicchie: in una è stato posto il calco in gesso del busto di G. F. Ingrassia e nell'altra di tale G. F. Alì, spedito erroneamente al Comune dalla Fonderia; subito dopo l'ingresso è presente un'imponente scalinata, fiancheggiata da due grossi leoni in pietra, che conduce al piano superiore dove si trovano: la bellissima sala consiliare, decorata con stucchi nel soffitto e specchi alle pareti e le altre stanze adibite ai vari uffici.
Iniziato nel 1610 sotto la direzione di tre capomastri ennesi, Gianguzzo, Inglese e Calì, la sua costruzione si protrasse per mezzo secolo. Si presenta con una mole inconsueta e stupefacente per un centro agricolo di nuova fondazione.
Unico esempio in Sicilia di edificio destinato all'allevamento equestre di così grandi dimensioni (m.16.5 x 84) presentava una tipologia basilicale a tre "navate" con una teoria di quattordici arcate per lato sostenute da pilastri.
La Granfonte è forse il simbolo di Leonforte, ha 22 arcate a tutto sesto e sotto 24 cannelle bronzee che le hanno conferito il nomignolo di fontana dai “ventiquattru cannola” da dove l’acqua sgorga ad una vasca sottostante.