I primi abitanti di Enna pare siano stati i Sicani che diedero origine ad una fiorente civiltà. Sembra che siano stati loro ad introdurre ad Enna il culto di Cerere e a costruire l’omonimo tempio.
Nel II secolo a. C., dal mezzogiorno d’Italia, giunsero ad Enna i Siculi con i quali i Sicani vissero in pace.
Nel VII secolo a. C. i Greci approdarono lungo le coste dell’isola ed ebbero contatti soprattutto con i Siculi. Con i Greci Enna intrattenne rapporti improntati alla pacifica convivenza, tanto che numerose famiglie greche si stabilirono in vari quartieri della città.
Dal VI al III secolo a. C. la città visse un periodo di pace e prosperità che spinse Agatocle, tiranno di Siracusa, a conquistarla nel 307. Caduta poi sotto il dominio dei Cartaginesi, venne liberata da Pirro nel 277 a. C., e riconquistata poi da Amilcare; per cacciarlo gli ennesi si allearono con i romani, e combatterono al loro fianco la prima guerra punica. Dopo la seconda tutta la Sicilia passò sotto il dominio di Roma che divise la regione in vasti latifondi coltivati da schiavi. Proprio da Enna, nel 135 a. C., parti la prima guerra servile, condotta da uno schiavo siro di nome Euno, che prese la città e se ne proclamò re col nome di Antioco.
Nel 73 a. C. cominciò per Enna il periodo più buio della sua storia. Nel 353 i Bizantini annessero la Sicilia all’impero romano d’oriente. Furono proprio gli arabi a ribattezzare Enna con il toponimo Castrogiovanni e a riconoscerne l’importanza strategica.
I Normanni, nel 1088, riuscirono a prendere la città e si rivelarono tolleranti. Ruggero II realizzò la prima forma di governo centralizzato e fece riutilizzare l’antica fortezza costruita dai Sicani e rinforzata dai Siculi, dai Greci, dai Romani, dai Bizantini e dagli Arabi, e vi insediò una guarnigione di militi lombardi .
Anche sotto gli Svevi, Castrogiovanni conservò la propria autonomia. La città fu molto cara a Federico I di Svevia sotto il cui regno venne ideato lo stemma della città. A lui successe Carlo D’Angiò che sottopose Enna a tassazioni ed ingiustizie causando la guerra del Vespro. Federico I d’Aragona amò invece molto Enna che divenne sede del suo soggiorno estivo e nel 1409 annesse la Sicilia al regno d’Aragona.
Nel 1713 la Sicilia venne assegnata ai Savoia che poi la cedettero all’Austria, poi ai Barbari, fino a quando, nel 1815, fu annessa al Regno di Napoli.
Castrogiovanni partecipò all’impresa dei Mille, ma rimase delusa dall’assetto del nuovo regno, dalla politica anticlericale instaurata dal governo piemontese, dagli inasprimenti fiscali e dalla coscrizione obbligatoria, fatti che determinarono una cospirazione repubblicana promossa da Napoleone Colajanni, economista e deputato della sinistra storica. Anche a Castrogiovanni sorsero i Fasci dei lavoratori.
Gli abitanti parteciparono alla prima guerra mondiale e ai disordini che seguirono i trattati di pace e che portarono all’avvento del partito fascista. Benito Mussolini 6 dicembre 1926, comunicò al sindaco l’elevazione a capoluogo di provincia del comune di Castrogiovanni, al quale nel 1927 venne restituito il nome di Enna.
Il possesso di Enna è stato sempre indispensabile per assicurarsi il dominio completo ed incontrastato della Sicilia. Ogni nuovo dominatore doveva fare i conti con gli avversari arroccati nella cittadella degli Erei e spesso solo il tradimento consentiva la conquista, come nel caso degli Arabi e dei Normanni. Ciascuno dei nuovi invasori si dedicava al rafforzamento delle fortificazioni, la cui più importante testimonianza è il Castello di Lombardi, di origine antichissima. Gli Arabi lo trasformarono in roccaforte, gli Svevi, diedero assetto definitivo alle opere murarie esterne. Molte delle altre torri del sistema di fortificazione cittadino sono ancora al loro posto seppure trasformate e rimaneggiate e stilizzate oggi come campanili: la Torre di S. Tommaso, di S. Francesco d’Assisi, di S. Giovanni, di S. Elia.