Villarosa fu fondata nel 1761 per volere del duca Placido Notarbartolo il quale ottenendo la “ Licentia Populanti “ sovrano consenso dell’epoca, poté erigere il nuovo paese di VILLAROSA, riedificandolo nei pressi del preesistente Casale di Bombunetto.
In principio il nome era San Giacomo di Villarosa nel tempo poi prevalse il nome di Villarosa.

Il paese inizialmente era basato sull’agricoltura e sull’artigianato, verso primi dell’ottocento visse una trasformazione positiva in campo economico, grazie alla scoperta di giacimenti di ZOLFO che alla fine dell’ottocento gli consentirono di affermarsi come un grande bacino minerario.
Oggi delle miniere rimane un nitido ricordo ma la memoria è di un’epoca che diede lavoro e prosperità. La gente non ha dimenticato che grazie all’industria solfifera il paese ha vissuto un periodo importante della sua esistenza.

In seguito, a causa della chiusura delle miniere, il paese ha subito un’ondata di emigrazione di massa prima verso il nord dell’Italia, poi verso Belgio, Germania e Francia. Proprio grazie alle rimesse in denaro degli emigranti, Villarosa ha beneficiato per decenni di questo flusso economico.

Il centro urbano di Villarosa, attraversato dall’antica rotabile, dista solo 18 km dal suo capoluogo di provincia, Enna, terra antica e importante centro di difesa Sicano.
L’ottagonale piazza Vittorio Emanuele è il risultato dell’armonioso piano regolatore redatto dalla pittrice Rosa Ciotti di Francesco da Resuttano.
Capolavoro e frutto di un accurato studio architettonico a forma di croce greca, divide il paese in quattro rioni denominati dopo l’unità d’Italia: Lincon, Cavour,Procida e Meli. Dal centro della piazza si diramano corso Regina Margherita e corso Garibaldi, lungo il quale si possono ammirare i palazzi nobiliari e il palazzo del barone Michele Deodato che appartennero a famiglie proprietari di siti minerari e di feudi. In uno dei balconi nobiliari vi è una lapide che testimonia come il 12 agosto 1862 Giuseppe Garibaldi fu ospite per più giorni nel palazzo del barone.

Fu proprio in quella occasione che molti Villarosani si sentirono spronati a seguire l’eroe dei due mondi e si unirono nell’impresa di liberare Roma dal tiranno e a desiderare il sogno dell’unità d’Italia.
E’ sorprendente l’audacia e il legame che molti Villarosani hanno stabilito con le vicende del risorgimento italiano diventandone alcuni dei protagonisti.

Uno dei palazzi patrizi in cui si nota l’impronta aulica del duca Placido Notarbartolo ricordato anche per l’efficacia delle sue politiche agricole è sicuramente il palazzo ducale, la cui facciata principale è prospiciente a piazza San Francesco. Esso fu la prima abitazione civile in ordine cronologico ad essere costruita a Villarosa nel rispetto dell’allora VIII legge del 1573 di Filippo II, secondo la quale la casa reale doveva essere edificata fra la piazza principale e la chiesa, rispettando tra le due costruzioni una distanza tale da conferire autorità e prestigio vicendevole alle due costruzioni.
Inoltre, grazie alla sensibilià della municipalità che ha restaurato Villa Lucretia, antica villa baronale dell'800, e' stato possibile allestire un Museo della Memoria, gestito da personale comunale, dove ai suoi interni si possono ammirare abiti e suppellettili dell'epoca, stampe e fotografie potendo risalire così alle tradizioni ed agli usi della popolazione del tempo e alle attività agricole e a quelle minerarie di Villarosa e del verde della sua macchia mediterranea.

A soli 38 km da Villarosa c’è Piazza Armerina, famosa nel mondo per la villa romana del IV secolo dc. La villa è una autentica testimonianza della presenza dell’impero romano in Sicilia.