La famosa scultura greca del V secolo avanti Cristo era stata trafugata 30 anni fa per poi essere acquistata dal Paul Ghetty Museum di Malibu, che l’ha restituita dopo una lunga trattativa. Insieme alla Dea riconsegnate alla Regione Sicilia altre importanti opere: gli Acroliti di Demetra e Kore e 15 Argenti.

A salutare il ritorno della Dea, o Venere, di Morgantina, trafugata da un gruppo di tombaroli alla fine degli anni Settanta., è di nuovo ufficialmente a casa nella "sua" Sicilia, un comitato d'accoglienza di grande importanza composto dal ministro ai Beni culturali, Giancarlo Galan, dal presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, dal console generale degli Stati Uniti a Napoli, Donald Moore, e dal senatore Francesco Rutelli, che da ministro avviò la ‘battaglia' per la restituzione della ‘Dea'. Restituita 2 mesi fa dal Paul Ghetty Museum di Malibu, che l'aveva acquistata da un ricettatore, la statua greca, del V secolo avanti Cristo, dopo essere stata restaurata è ora esposta nel museo di Aidone, centro della provincia di Enna tra Morgantina e l'altro celebre sito archeologico “La Villa Romana del Casale” di Piazza Armerina.

Il nostro ministero dei Beni culturali ne ha ottenuto la restituzione dopo una lunga trattativa e poi, lo scorso 18 marzo, ha riconsegnato l'opera classica, insieme agli Acroliti di Demetra e Kore, opera di età ellenistica, e ai 15 Argenti di Morgantina, alla Regione Sicilia, in ossequio a quanto previsto dall'articolo 33 dello Statuto regionale che prevede, tra l'altro, che quanto rinvenuto nel sottosuolo siciliano, e abbia valore artistico, faccia parte del patrimonio indisponibile della Regione.

Fra le iniziative meritoriamente organizzate per solennizzare l'evento si segnala la prima presentazione europea del libro «Chasing Aphrodite», il dossier scritto da due cronisti del «Los Angeles Times» Jason Felch e Ralph Frammolino, finalisti al premio Pulitzer proprio per la loro inchiesta sui crimini commessi contro il capolavoro greco. La presentazione del volume si è svolta lunedì 16 maggio 2011 alle 10.30 presso l'auditorium centrale dell'Università Kore di Enna.

Il libro dei due giornalisti californiani costituisce un contributo determinante alla ricostruzione delle azioni criminose che portarono all'acquisizione illegittima della Venere. L'impatto mediatico suscitato dalla pubblicazione dell'inchiesta dei due giornalisti determinò una consapevolezza diversa nel pubblico americano nei confronti del Getty: da quel momento tutta l'America iniziò a vedere in quel museo non più un tempio dell'arte ma del mercato clandestino.

Dopo anni di lavoro investigativo, i due autori,  presentano il loro primo libro sul caso, che raccoglie tutti gli elementi della vicenda, con pagine inedite su quel particolare network criminale che vide personaggi illustri incontrarsi con trafficanti d'arte allo scopo di speculare sul patrimonio archeologico siciliano.

L'incontro del 16 maggio fa parte delle 5 giornate di studio internazionali organizzate dal corso di laurea in Archeologia del Mediterraneo della Kore e con la collaborazione del CLIK (Centro Linguistico di Ateneo), con ospiti provenienti da San Diego, il Cairo, Venezia, Los Angeles e Milano, e dedicate alla ricerca scientifica, investigazione e didattica dei beni culturali: da Leonardo da Vinci al Museo Ebraico di Venezia; dal Museo Egizio del Cairo alle politiche di cooperazione internazionale.

Prossimo appuntamento, il 24 maggio con Laila Azzam dell'Università di Hewan al Cairo e docente di Egittologia alla Kore, che testimonierà i momenti più critici vissuti nella capitale egiziana durante la rivoluzione e la caduta di Mubarak e gli eventi che in quei giorni hanno interessato il Museo Egizio del Cairo, di cui la docente è membro scientifico. L'incontro, particolarmente prezioso in questo momento della storia del Mediterraneo, testimonia l'attenzione riservata dall'Università di Enna all'Archeologia del Mediterraneo, il cui corso di laurea offre l'unico insegnamento universitario di Egittologia in Sicilia e nel Sud Italia, dopo Napoli.